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«Il suggestivo titolo Cenere di neve, che costituisce un ricercato e interessante ossimoro, ed è anche il titolo del componimento che chiude la raccolta, ci introduce subito in un'atmosfera "altra" in cui non ci sono più confini tra le sensazioni, che si mescolano per creare un perenne fluire tra le stagioni, tra il freddo e il caldo; così la cenere, normalmente prodotta dal fuoco, è qui risultato della neve, del freddo, del ghiaccio. Qualcun altro avrebbe detto forse "Neve disciolta", no, qui si parla di cenere di neve, dove la cenere è comunque traccia di un qualcosa che sarebbe andato perduto in un liquido che sarebbe evaporato e si sarebbe dissolto per sempre.» (dalla prefazione di Katia Caddeo)